martedì, ottobre 31, 2006

 

IL DECLINO DEL CENTRISMO

EDITORIALE

Continuiamo a parlare dell’evoluzione della politica italiana nella seconda metà degli anni ’50.

Nella seconda parte diamo notizia dei risultati del referendum costituzionale del 26 e 27 giugno scorso e pubblichiamo alcuni estratti del testo della risoluzione 1701 sulla crisi tra Israele e Libano approvata l’11 agosto scorso dal Consiglio di Sicurezza dell' ONU.

Dopo aver definito la situazione una «minaccia per la pace e la sicurezza internazionale», il testo approvato chiede la cessazione piena delle ostilità tra Israele e Hezbollah; approva la proposta libanese di inviare l'esercito regolare al confine ed esorta la comunità internazionale a intraprendere «azioni immediate» in aiuto del popolo libanese. Scopo della forza Onu sarà di affiancare l'esercito libanese durante la presa di posizione nel sud del Paese e di garantire che gli aiuti umanitari arrivino alla popolazione civile.

I FATTI

All’inizio del 1954 il Presidente del Consiglio Pella rassegna le dimissioni. Il democristiano Amintore Fanfani forma un nuovo governo monocolore che non ottiene però la fiducia della Camera. Il 10 Febbraio 1954 Mario Scelba forma un governo tripartito (DC, PSDI, PLI) con l’appoggio esterno dei repubblicani.

Nel 1954 Fanfani diventa segretario della Democrazia Cristiana. Nel 1955 Giovanni Gronchi, democristiano, viene eletto Presidente della Repubblica. Nello stesso anno il PRI toglie l’appoggio al governo Scelba provocandone la caduta; si forma un nuovo governo di coalizione centrista (DC, PSDI, PLI) presieduto dal democristiano Antonio Segni. Sempre nel 1955 viene presentato in Parlamento il Piano Vanoni (vedi Bollettino FIF n°7/8). Nel 1956 scoppiano in Ungheria agitazioni studentesche per il ripristino delle libertà politiche. La rivolta viene però repressa dall’esercito sovietico che occupa Budapest il 4 novembre 1956. Nell’aprile del 1956 si insedia la Corte Costituzionale. Nel dicembre del 1956 viene creato in Italia il ministero delle Partecipazioni statali.

Nel 1957 Adone Zoli succede ad Antonio Segni nella carica di Presidente del Consiglio; privo di una stabile maggioranza il suo governo si regge sull’appoggio dei monarchici e del MSI.

Il 25 maggio del 1958 si tengono le elezioni legislative, dove il PSI registra un netto progresso, pur restando a notevole distanza dalla DC, che si mostra in recupero rispetto alle elezioni del 1953, e dal PCI. Il 10 giugno 1958 si dimette il governo Zoli. Fanfani forma un governo di coalizione DC-PSDI, osteggiato dalle destre per i suoi propositi di apertura nei confronti dei socialisti.

Nel 1959 si dimette il governo Fanfani e Antonio Segni forma un governo monocolore democristiano appoggiato da una coalizione di centro-destra.

Nel 1959 Aldo Moro diventa segretario della DC e lancia la linea dell’accordo con i socialisti.

Nel 1960 i liberali passano all’opposizione ed il governo Segni cade. Fallito un tentativo di Fanfani di dare vita ad un governo appoggiato dai socialisti, viene costituito un governo monocolore guidato da Fernando Tambroni, con l’appoggio di monarchici e missini. Nel luglio 1960, in occasione del preannunciato congresso del MSI a Genova, si registrano nel Paese manifestazioni popolari duramente represse dalla polizia. Tambroni è costretto a dimettersi ed è sostituito da Fanfani, che il 26 luglio forma un governo monocolore democristiano con PSDI, PRI e PLI. Nella votazione per la fiducia al nuovo governo i socialisti si astengono.

IL CONTESTO

Con l’uscita di scena di De Gasperi il centrismo si avvia verso il declino, ma prima che si arrivi alla nuova fase del centro-sinistra vi è un lungo periodo di transizione dove sembra che la politica segni una battuta di arresto rispetto alla società civile che è invece protesa verso un nuovo tipo di società e verso il miracolo economico. In realtà, invece, il governo è uno dei protagonisti di questa ricerca di nuovi equilibri sociali; il susseguirsi di cinque diverse compagini ministeriali in una sola legislatura non è solo il frutto della debolezza della DC e dei suoi partner tradizionali. La fragilità dei ministeri dall’estate 1953 al maggio 1958 inaugura piuttosto una tendenza che andrà confermandosi negli anni seguenti, di un esecutivo, cioè, sempre meno autorevole e sempre più subordinato alla dialettica interna dei partiti, diventati il fulcro reale del sistema politico italiano. La caduta del governo Pella, sostenuto da monarchici e dal MSI, è l’occasione per dare ulteriore vigore alla corrente DC di sinistra Iniziativa Democratica, di cui è leader Amintore Fanfani. La strategia di Fanfani tenderà a svuotare l’esecutivo di significato progettuale vista la necessità di accordi con diverse forze politiche per consolidare l’egemonia dei cattolici attraverso il partito e la conquista dei gangli del potere dello Stato. L’interventismo statale in economia diventerà uno dei tratti distintivi del periodo fanfaniano. La cooptazione di una parte della rete delle associazioni collaterali e dei sindacati cattolici da parte della DC si riflette sulla struttura del partito, che assume la fisionomia di una grande costellazione di piccoli e grandi momenti di potere ruotanti ciascuno intorno ad una personalità democristiana. Il rafforzamento oggettivo che ne consegue del partito è evidente, ma proprio questa articolazione della presenza democristiana nel sistema finisce per soffocare via via il dato ideologico. Questa progressiva deideologizzazione del partito sarà al tempo stesso la forza e la debolezza di Fanfani: la sua forza in quanto gli consente di realizzare il potenziamento della DC; la sua debolezza perché lo espone agli attacchi della Chiesa e di quei gruppi cattolici che non intendono smarrire la propria specifica identità.

L’elezione alla presidenza della Repubblica rafforza nella DC il ruolo di Gronchi, che catalizza su di sé le simpatie di coloro all’interno del partito che guardano con diffidenza all’empirismo efficientista di Fanfani. Sarà proprio Gronchi ad imprimere una prima svolta verso il recupero dell’alleanza con il PSI che sta intanto abbandonando definitivamente la fase frontista e quindi l’alleanza con il PCI sotto la spinta dei fatti di Ungheria. Secondo Gronchi il PSI è la sola forza di massa capace di diventare l’interlocutore della DC sul terreno di una coraggiosa politica di riforme sociali. Gli effetti politici dei nuovi rapporti cattolici-socialisti non tardano a farsi sentire: dopo le elezioni amministrative del 1956, la DC veneziana, in cui la sinistra di base è maggioritaria, vara una giunta democristiana con l’appoggio dei voti socialisti, la prima della storia d’Italia.

Nel 1957 la coalizione Segni, varata nel 1955, ripetendo la formula tripartitica DC-PLI-PSDI non era apparsa più convincente del precedente ministero Scelba. Il governo Segni, che termina il suo operato nel 1957, è vittima del neocentrismo fanfaniano che non qualificherà l’azione di governo né di destra né di sinistra. L’ultimo gabinetto della legislatura, inaugurato da Zoli nel 1957, rappresenta la fine del centrismo. PSDI e PLI non sono più disposti a collaborare con governi democristiani privi di una linea: in parlamento solo il MSI ha interesse ad offrire sostegno alla DC per convincerla ad una definitiva svolta a destra. Zoli governerà con il MSI contro la volontà di Fanfani. Nonostante questo dissidio interno, alle elezioni del 1958 la DC passa dal 40.2% al 42.4%.

Nel 1959 Aldo Moro diventa segretario della DC completando così il quadro delle premesse necessarie alla svolta di centro sinistra. Il governo Tambroni, appoggiato dalle destre e protagonista degli eventi drammatici del 1960, non fa che accelerare un processo ormai irreversibile, confinando definitivamente la destra all’opposizione.

ATTUALITÀ

Referendum costituzionale: risultati

Bocciata la riforma costituzionale sottoposta a referendum confermativo, i NO sono stati il 61,3 per cento, i SI’ il 38,7; questa consultazione, la seconda nella storia repubblicana, ha visto un' affluenza alle urne del 52,9 per cento.

La percentuale raggiunta è un dato di particolare significato se si considera che il precedente appuntamento dell'ottobre 2001 aveva visto andare ai seggi soltanto il 34,1 per cento degli elettori.

Il voto di domenica e lunedì sembra così avere invertito una tendenza consolidata e che aveva fatto venire meno l’interesse dei cittadini verso appuntamenti di questo genere.

Negli ultimi undici anni, infatti, nessuno dei quesiti sottoposti al vaglio dei cittadini aveva spinto ad andare alle urne «la metà più uno degli aventi diritto». Occorre risalire indietro nel tempo, al giugno 1995, per trovare un referendum coronato dal raggiungi-mento del quorum: quello sulla privatizzazione della Rai.

Il no è stato uniforme, ad eccezione della Lombardia (Sì al 54,6) e del Veneto (Sì al 55,3); tuttavia i cittadini di Milano e Venezia hanno votato in maniera difforme rispetto alle regioni di appartenenza.

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Risoluzione ONU n. 1701 – 11/08/06

Il Consiglio di sicurezza ...

- sottolineando che la violenza deve cessare e nello stesso tempo che bisogna urgentemente rimuovere le cause della crisi attuale, in particolare ottenendo la liberazione incondizionata dei soldati israeliani catturati;

- cosciente della delicatezza della questione dei prigionieri e incoraggiando gli sforzi che mirano a regolare con urgenza la questione dei libanesi detenuti in Israele;

- felicitandosi degli sforzi del primo ministro libanese e dell'impegno assunto dal governo libanese di estendere la sua autorità sul suo territorio... in modo che nessuna arma vi si trovi senza il consenso del governo e che nessuna autorità vi sia esercitata al di fuori di quella libanese ...

- felicitandosi della decisione del governo libanese di dispiegare una forza di 15mila uomini nel Libano meridionale ...

- considerando che la situazione in Libano costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale;

1) lancia un appello in favore di una cessazione totale delle ostilità fondata, in particolare, sulla cessazione immediata da parte di hezbollah di tutti gli attacchi e sulla cessazione immediata da parte di Israele di ogni offensiva militare;

2) Dal momento della cessazione delle ostilità, chiede al governo libanese e alla Finul, come questa forza è autorizzata in base al seguente paragrafo 11, di dispiegare insieme le loro forze in tutto il Sud, e chiede al governo israeliano, nel momento in cui tale dispiegamento comincia, di ritirare in parallelo tutte le sue forze dal Libano meridionale;

3) Sottolinea l'importanza del fatto che il governo libanese estenda la sua autorità all'insieme del territorio libanese, conformemente alle risoluzioni 1559 e 1680, e alle disposizioni degli accordi di Taef, in modo da esercitare integralmente la sua sovranità e da far sì che nessuna arma vi si trovi senza il consenso del governo libanese e che nessuna autorità vi sia esercitata al di fuori di quella del governo;

4) Riafferma il suo fermo appoggio allo stretto rispetto della Linea blu;

5) Riafferma il suo fermo attaccamento ... alla integrità territoriale, alla sovranità e all'indipendenza politica del Libano all'interno delle frontiere internazionalmente riconosciute come previsto dall'accordo di armistizio del 1949;

6) Chiede alla comunità internazionale di adottare misure immediate per fornire soccorso umanitario e finanziario al popolo libanese, in particolare facilitando il ritorno degli sfollati e riaprendo porti e aeroporti ...

7) Riafferma che tutte le parti sono tenute a controllare che non sia condotta alcuna azione contraria al paragrafo 1 che potrebbe essere pregiudizievole alla ricerca di una soluzione a lungo termine, all'accesso degli aiuti umanitari, in particolare il ritorno degli sfollati nelle loro case e il passaggio in sicurezza dei convogli umanitari ...

8) Lancia un appello a Israele e al Libano perché appoggino un cessate il fuoco permanente e una soluzione a lungo termine fondata sui principi e sugli elementi seguenti:

- stretto rispetto delle due parti della linea blu; - adozione di un dispositivo di sicurezza che impedisca la ripresa delle ostilità, in particolare la creazione, tra la Linea blu e il Litani, di una zona di esclusione di ogni persona armata a meno che non sia autorizzata dal governo libanese o faccia parte della Finul;

- applicazione integrale delle disposizioni comprese negli accordi di Taef e nelle risoluzioni 1559 e 1680 che esigono il disarmo di tutti i gruppi armati in Libano ...

- esclusione di tutte le forze straniere in Libano senza il consenso del governo libanese;

- esclusione di vendite e forniture di armi e materiale connesso al Libano, a meno che non ci sia l'autorizzazione del governo libanese; - comunicazione all'Onu delle Carte dei campi minati ancora in possesso degli israeliani;

9) Invita il segretario generale a appoggiare gli sforzi miranti a ottenere al più presto accordi di principio da parte del governo libanese e di quello israeliano in vista di una soluzione a lungo termine ...

10) Prega il segretario generale di mettere a punto, in coordinamento con le parti internazionali interessate, proposte per attuare gli accordi di Taef e le risoluzioni 1559 e 1680 ...

11) Decide, per completare e rafforzare gli effettivi, l'equipaggiamento, il mandato e il campo di operazione della Finul, di autorizzare un accrescimento degli effettivi di tale forza fino a 15mila uomini e stabilisce che essa dovrà ... a) controllare la cessazione delle ostilità; b) accompagnare e aiutare le forze armate libanesi nel loro dispiegamento nel Sud, fino alla Linea blu, mentre Israele ritira le sue forze dal Libano come previsto dal paragrafo 2; c) coordinare le sue attività ... coi governi libanese e israeliano; d) fornire assistenza per assicurare aiuti umanitari alla popolazione civile ...

12) ... autorizza la Finul a adottare tutti i provvedimenti necessari nel suo settore di competenza perché il suo teatro di operazione non sia utilizzato per attività ostili di qualsivoglia natura, e di resistere ai tentativi di impedirle di assolvere ai suoi impegni secondo il mandato Onu ..

13) ... Esorta gli stati membri a offrirsi di apportare un contributo appropriato alla Finul e di rispondere in modo positivo alla richiesta di assistenza della forza Onu...

14) Chiede al governo libanese di agire alle frontiere e nei punti di accesso in modo da impedire l'ingresso nel paese senza autorizzazione di armi e materiale connesso e chiede alla Finul di aiutare il governo libanese su sua richiesta;

15) Decide che tutti gli Stati dovranno prendere tutte le misure atte a impedire, da parte di loro cittadini e a partire dal loro territorio o attraverso navi battenti la loro bandiera a) la vendita o la fornitura di armi o materiale connesso ... a persone singole o entità in Libano ... b) la fornitura a persone singole o a entità in Libano di formazione o tecnologia legati alla fornitura, la fabbricazione, l'utilizzazione di materiale enumerato al paragrafo precedente ...

16) Decide di prorogare il mandato della Finul al 31 agosto 2007 ...

17) Prega il segretario generale di rendere conto, al massimo tra una settimana e poi a intervalli regolari, dell'applicazione della presente risoluzione;

18) Sottolinea la necessità di instaurare una pace globale, equa e duratura in Medio Oriente.

FONTI E APPROFONDIMENTI

La Storia, Grandi Opere di UTET Cultura, Vol. 22 “Dal centrismo all’esperienza del centro-sinistra”, La Repubblica, Roma, 2004

Il mondo contemporaneo dal 1848 a oggi di G. Sabbatucci e V. Vidotto, Bari, Laterza, 2005

Formazione ed espansione dei partiti, di Luigi Musella, in “Storia dell’Italia repubblicana”, vol. II tomo 2°, Torino, Einaudi, 1995

Per l’Attualità: www.corriere.it

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